RECaptcha: un esempio di intelligenza collettiva
Diverse aziende commerciali sfruttano la capacità della rete di generare risposte basandosi sull’ intelligenza collettiva e sulla predominanza, anche statistica, di certi risultati.
Un esempio è RECaptcha che offre un servizio anti Bot (in grado cioè di riconoscere il tentativo di un robot di accedere automaticamente a un programma o servizio online) oltre che occuparsi di scannerizzazione e OCR (Optical Character Recognition) di libri privi da diritti per renderli disponibili a tutti online. Sappiamo bene che i sistemi OCR, per quanto abbiano fatto passi da gigante, continuano ad avere una percentuale di riconoscimento inferiore al 100% e serve quindi che qualcuno controlli e convalidi le parole dubbie.
Spesso alla fine delle form di richiesta dei dati in molti siti commerciali e non viene chiesto di riconoscere una parola “scritta male” per distinguere le persone dai software che potrebbero compilare automaticamente le form con dati falsi.
RECaptcha ha messo insieme i due problemi: riconoscere le parole su cui l’OCR fallisce e creare parole difficili da riconoscere per un software.
Cosa si sono inventati dunque? Offrono gratuitamente il servizio di convalida delle form richiedendo agli utenti di riconoscere due parole: una di cui sanno già il risultato e che serve per distinguere gli umani dai software e un’altra parola in cui la corrispondente è non nota. Tra tutti coloro che riconoscono correttamente la parola nota considerano la risposta per la parola non nota e ripetendo la richiesta su decine di utenti automaticamente affiora il significato cercato.
In questo modo ReCaptcha riceve ben 200 milioni di richieste al giorno pari al lavoro di oltre 150.000 ore uomo per evaderle! Pensato al costo, non solo di pagare ma anche di trovare una sede per un così grande numero di persone, oltre alla difficoltà di assicurarsi un livello di attenzione per otto ore al giorno. Con questa soluzione ognuno di noi contribuisce al lavoro dedicandoci attenzione estrema per paura di dover reinserire i dati nelle form.
In questi casi l’intelligenza umana rimane insostituibile!
Tratto da R. Ghislandi – “Il manuale dell’e-commerce” – Apogeo 2012